Petropavlovsk
Kamchatskii:
La più grande città della Camciatca, che si staglia sul lato nordest
della baia Avacia, ed è il volano dell'economia, della storia e la
residenza di oltre meta’ della popolazione dell’intera regione. La gente
è strettamente connessa al mare, alla pesca stagionale ed alle industrie
relative. Le fattorie collettive un tempo hanno prodotto i prodotti
caseari, la carne e le verdure per l’intera popolazione. Data l’assenza
dell’industria pesante, la popolazione è sempre stata fiera dei suoi
raccolti in condizioni ambientali sicure e dell'acqua pulita.
Paratunca e Termalnii:
Questi 2 paesini, si trovano a 25 e 40 km a sud-est di Elizovo, sono
chiamati così per i depositi geotermici sotterranei su cui sono stati
costruiti. Molte piscine alimentate in modo geotermico sono situate nei
resort’s per la popolazione locale e per i turisti. I Russi giurano
sulle qualità terapeutiche dell'acqua termale. L’acqua termale di
Paratunca è terapeutica ed è indicata per la cura delle malattie
artro-reumatiche, dell'apparato circolatorio, dermatologiche,
otoringoiatriche, pneumologiche, artroreumatiche; sono indicate anche
per la riabilitazione ortopedica e neuromotoria. MAGNIFICO è la unica
parola con cui si puo’ descrivere la sensazione di trovarsi nell'acqua
termale di Paratunca. Qui, uno dei migliori Hotel è l’Hotel Gelios.
Milcovo:
Milcovo è una cittadina di ‘’camciadali’’, ‘’itelmeni’’ (popoli
originariamente della camciatca) e russi. Tutte queste nazionalità hanno
mescolato le loro tradizioni culturali. La popolazione del distretto
conta circa 11.800 persone. Nella città di Milcovo c’è un museo, il
centro culturale, un negozio con souvenir tradizionali fatti a mano,
alberghi ed anche alcune agenzie viaggi che offrono tutti i servizi
necessari per mostrare ai turisti le bellezze naturali e la storia del
territorio.
Malchi:
Il paesino di Malchi e’ conosciuto per le sue acque termali e fonti
geotermiche. Qui, non lontano dal fiume Malchi Bistraya, si trova una
delle poche zone per campeggiatori della penisola che è particolarmente
frequentata durante l'estate, e in particolare durante i week end, dai
campeggiatori russi. La zona è attrezzata con campi da volleyball, un
palco all’aperto e cabine spogliatoio per gli utilizzatori delle fonti
calde. Vi si trovano parecchie pozze sia di acqua termale geotermica sia
di acqua naturalmente effervescente. Spesso durante i fine settimana si
tengono concerti di musica.
L'acqua termale di Malchi viene imbottigliata e venduta in tutto
l'Estremo-Oriente russo. Il fiume Malki Bistraya è un dei punti
preferiti per la partenza dei rafting tours attraverso la catena
centrale delle montagne verso il mare di Okhotsk.
Kozirevsk:
Andando a nord, lungo la strada principale ed attraverso il fiume
Camciatca si trova il villaggio di Kozirevsk, proprio sotto il naso del
vulcano Klyuchevskoi – il piu’ grande vulcano dell’Eurasia -.
Per raggiungerlo, si deve attraversare il fiume su di un traghetto.
Durante l'inverno, le auto attraversano il fiume passando sul ghiaccio.
Kozirevsk è la base di partenza di molti itinerari turistici del parco.
Elizovo:
E' una porta per la Camciatca. I turisti atterrano all'aeroporto situato
a Elizovo, 35 km. da Petropavlovsk Camciatschii. Il panorama sul gruppo
di vulcani Avacinskaya che questa citta’ offre in una bella giornata di
sole e’ stupendo. I Russi si sono insediati a Elizovo circa 150 anni fa
mentre gli Itelmeni (popolo originariamente della camciatca) sono
presenti gia’ da migliaia di anni. Oggi Elizovo è una città di circa
35.000 abitanti. La citta’ offre servizi commerciali, negozi, un mercato
all’aperto, un museo con mostre di pittori locali. A 7 km. dal centro di
Elizovo si trova Moroznaya, localita’ sciistica aperta da novembre ad
aprile.
Esso:
Questo paesino è famoso per le sue fonti calde e per le popolazioni di
aborigeni.
Ci si può rilassare nelle fonti calde, goderne il silenzio ed il
bellissimo paesaggio. Potrete andare a contatto con le culture aborigene
della Camciatca, gli Itelmeni e conoscere le usanze degli Eveni, pastori
nomadi di renne, direttamente nella tundra.
Il territorio della Camciatca (472.300
chilometri quadrati) è uguale ai territori di Germania, Austriae
Svizzera insieme. Il 27% della Camciatca e’ territorio protetto. In
Camciatca ci sono 23 parchi naturali e 105 monumenti naturali. La
Camciatca è inserita nella lista dell'eredità naturale del mondo - WWF
globale - come uno dei 200 territori del mondo più importanti dal punto
di vista dell'ecologia. La Kamchatka riunisce una grande varietà di
culture, numerose specie di pesci e animali selvaggi, fiumi grandi e
piccoli con acqua perfettamente pulita ed e’ anche un caleidoscopio di
paesaggi fantastici che sono stati formati come conseguenza
dell’attività di circa 150 vulcani, 29 dei quali sono ancora attivi.
Tipi base di turismo in Camciatca:
- turismo trekking;
- turismo montano;
- rafting;
- cicloturismo attraverso il paese;
- tuffarsi nelle zone costiere;
- parapendio.
Le fonti calde sono la ricchezza geotermica della Camciatca. Le
centinaia di fonti naturali calde si sono formate grazie alle attività
vulcaniche. Le fonti calde sono sparse sull'intero territorio e la gente
locale le usa da centinaia di anni. Le qualità terapeutiche delle acque
della Camciatca sono particolarità uniche della penisola.
La Camciatca, una terra meravigliosa è
stata scoperta dai Cosacchi oltre trecento anni fa, è tuttora poco
conosciuta dai Russi. Non sorprende quindi il fatto che il resto della
popolazione mondiale non ne abbia mai sentito parlare.
Uno dei primi esploratori della Camciatca è stato Stefan Krasheninnikov,
che scrisse il libro “ La descrizione della terra di Camciatca”. La
prima edizione di questo libro, pietra miliare nel suo genere
descrittivo, è stato pubblicato nel 1975 e ripubblicato molte altre
volte in seguito.
Questo secolo gli aerei hanno avvicinato la Camciatca all’Europa ed
all’America, però non l’hanno resa più disponibile. La penisola
misteriosa era infatti nella lista delle regioni che durante il regime
comunista nell’URSS, venivano chiamate “ Regioni Chiuse”. Fino al 1990
nessun straniero poteva entrare in Camciatca e perfino ai Russi serviva
un permesso speciale. Ciononostante, coloro i quali hanno avuto il
desiderio di vedere il magico mondo della Camciatca con i propri occhi,
hanno superato tutti gli ostacoli. Grazie alle spedizioni di geologi,
vulcanologi e semplici turisti la Camciatca sembrava essere stata
scoperta una seconda volta: le spiagge nere della costa oceanica, i
vulcani fumanti, le catene di montagne blu con le bianche cime nevose, i
sentieri degli orsi che guidano nel cuore di questa terra meravigliosa…
Come ogni terra delle meraviglie, la Camciatca cambia continuamente il
suo aspetto. Più la si visita più diventa misteriosa, più uno ne parla
più diventa difficile descriverla.
La Camciatca alletta chiunque per sempre. La gente viene qui per
rimanerci per uno, due o tre anni e poi ci rimane per tutta la vita. Per
quale motivo? Non c’è una spiegazione facile. Probabilmente ci sono
posti nel mondo dove il tempo passa in modo diverso: a volte, un mese di
soggiorno in Camciatca equivale ad un’intera vita, che si desidererebbe
ripetere.
Dagli anni 90 in poi la penisola di Camciatca è aperta a tutti: turisti,
scienziati, uomini d’affari. Chiunque ha la possibilità di provare la
magica forza del suo fascino che non delude le aspettative. Il nostro
augurio è che questo bellissimo mondo dove vivaci fiumi, quieti vulcani,
ghiacciai con neve eterna, fonti calde, taiga, tundra, animali selvaggi
ed esseri umani vivono in coesistenza pacifica e tranquilla duri
immutato ancora a lungo.
Ci sono più di 300 vulcani nella penisola
di Camciatca, di questi 29 sono attivi.
Qual è il vulcano più bello? Non c’è uno in assoluto, ma in ordine i
primi tre sono: – Klucevskoy (4.730 Mt.), Koryaksky (3.456 Mt.) e
Kronotsky (3.528 Mt.). Ognuno di questi pretende di essere il vulcano
simbolo della Camciatca.
Il vulcano Kronotsky, ha il cono con una geometria regolare, coronato da
un “capello” ghiacciato che si specchia nelle acque del più grande lago
della Camciatca.
Il vulcano Koryaksky insieme con il Avacia forma un panorama magnifico
per la città di Petropavlovsk-Kamciatsky.
La caratteristica di Kluchevskoy è la sua altezza 4.730 Mt. E’ il più
grande vulcano attivo dell’ Eurasia ed ha il cono incredibilmente bello
con una forma perfetta. Con i vulcani Kamen (Pietra), Bezimyannii (Innominato),
Plosky (Liscio) e Tolbachik formano un gruppo che si chiama Klucevskaya.
Il vulcano Klucevskoy ha 8.000 anni. La prima eruzione si registrò nel
1697 durante il famoso viaggio in Camciatca di Vladimir Atlasov, il
quale fu il primo esploratore della Camciatca.
Normalmente le eruzioni avvengono ogni 5 anni, ma capita in alcuni
periodi che avvengano annualmente. Può succedere che le eruzioni durino
anche ininterrottamente per un anno, comunque, non hanno mai fatto danni
a Kluci che è la cittadina più vicina al vulcano, a solo 30 km.
Il primo uomo ad arrivare in vetta fu, Daniel Gaus, nel 1788. Dopo di
lui, molti spericolati hanno risalito il cratere e diversi hanno pagato
questa scalata con la vita. Venti tempestosi, frane, ghiacciai e
precipizi appostati nella nebbia sono quanto il più grande vulcano
dell’Eurasia è pronto ad offrire ai suoi “conquistatori”.
Vulcano Karymsky:
E’ relativamente basso (1.486 Mt.) e giovane (6.100 anni), ma è il più
attivo vulcano in Camciatca. Solo in questo secolo hanno avuto luogo 23
eruzioni, l’ultima eruzione e’ iniziata nel 1996 e solo due anni fa ha
iniziato ad appassire gradualmente. Le eruzioni di Karymsky sono
accompagnate con esplosioni e lanci di cenere dal cratere centrale. Di
regola le lave del Karymsky sono cosi gelatinose che i torrenti
infuocati non sempre riescono a raggiungere i piedi del vulcano.
L’ultima eruzione del Karymsky è stata diversa dalle precedenti in
quanto ha coinciso con un’eruzione sotto al lago Karymsky che dista sei
chilometri dal vulcano. L’eruzione non ha durato più di 18-20 ore, però
in questo breve periodo hanno avuto luogo oltre 100 esplosioni subacquee
ognuna delle quali ha formato onde tsunami fino a 15 mt. di altezza.
L’acqua del lago bolliva. La temperatura sali’ velocemente e i
componenti del sale e dell’acido hanno raggiunto una concentrazione tale
che ha ucciso tutta la vita nel lago.
Come risultato di questa eruzione il lago Karymsky che era ultra-fresco
è diventato il più grande serbatoio naturale di acido del mondo.
Catena Maly Semyachek:
questa catena vulcanica e’ lunga circa 3 chilometri con 3 crateri sulla
sua cresta. Nel fondo del cratere a sud (il cratere di Troitski) ad una
profondità di 170 mt. si trova un eccezionale lago acido. La temperatura
di questo lago, dal color turchese o verde, oscilla tra i +27 e i +42°
C. Doveste immergere un gommone nel lago lo vedreste bruciare nel giro
di alcuni minuti. Il diametro del lago e’ di circa mezzo di chilometro e
la sua profondita’ e’ di ca. 140 mt.
Maly Semyachek e’ uno dei miracoli naturali della Camciatca. Coloro i
quali riusciranno a raggiungere i suoi piedi e poi a salire il bordo del
cratere si gusteranno la vista che si apre su 200 mt. di breccia del
cratere, il lago turchese fumante e il selvaggio gioco dei colori sulle
pareti interne del cratere. Quando il cielo è chiaro e ventoso, si può
scendere nel cratere, stare sulla spiaggia nera godendosi il color
smeraldo del lago con le trombe marine che si alzano sulla superficie.
Il “padrone della Camciatca”:
In Camciatca si trova la più alta densità di orsi di tutto il pianeta,
più che in Siberia che è considerata da molti, a torto, come il
territorio maggiormente popolato da questi affascinanti e misteriosi
animali. Un maschio adulto arriva a pesare ben oltre una tonnellata.
Forse è utile sottolineare che l'orso della Camciatca sia meno
aggressivo dell'orso americano. La ragione potrebbe essere la sua dieta
a base di pesce invece che di carne. Da tempo immemorabile il salmone è
il cibo fondamentale del “padrone della Camciatca” e la più importante
fonte per la creazione delle sue riserve di grasso che lo aiutano a
sopravvivere il lungo inverno della Camciatca.
Al momento di lasciare la sua tana l’orso potrebbe però mangiare di
tutto, ma, anche in questo periodo non rappresenta alcuna minaccia per
le creature a sangue caldo a parte le marmotte che scava ogni tanto
direttamente dalla sua tana invernale. Può sembrare incredibile ma
l’enorme predatore diventa vegetariano per alcuni mesi fino al momento
in cui i fiumi sono di nuovo pieni di pesce.
In luglio lo si può osservare nell’idillio di pascolare le bacche nelle
radure delle foreste come il bestiame domestico.
Gli orsi della Camciatca sono pragmatici e codardi. Non si trovano a
fronteggiare i molti problemi come gli orsi della taiga siberiana,
perché, in una situazione pericolosa, nove orsi su dieci preferiscono
scappare che attaccare.
Il decimo comunque può decidere diversamente e in questo caso si non
avrà ne il tempo per scappare, ne per sparare e neanche per avere paura.
Questo animale ha una forza enorme, una reattività tremenda ed si può
muovere agilmente. I suoi denti possono rodere ossa di dimensioni
esagerate, i suoi artigli possono spostare massi, è capace di salire
pendenze quasi in verticale e rimanere immerso nell’acqua ghiacciata
molte ore. L’ orso è un nuotatore eccellente, nelle distanze brevi
riesce a raggiungere anche un cavallo, però, non è capace di correre per
lunghe distanze. E’ un camminatore di prima classe che percorre oltre
cento chilometri al giorno, però non può arrampicarsi sugli alberi a
causa del suo peso.
Secondo gli ultimi censimenti nel parco vivono 600 orsi e duemila zibellini; migliaia di caribù, poche linci e pochi lupi. Esistono qui però, ben 50 coppie di uno dei più rari e bei rapaci del mondo: l'aquila di mare di Steller. Inoltre il parco è spettacolare per le sue foreste di betulle, e i suoi 20 laghi turchesi. Tutto un mondo naturale, un mondo dove natura e"fantastico" si incontrano.
Il 3 settembre 1854
un itelmen (abitante aborigeno della Camciatca) vecchio, Afanasii
Churkin guido’ la spedizione di Karl von Dithmar a Uzon. “ …ci siamo
fermati al bordo di un cratere gigantesco”, scrisse Dithmar nel suo
diario, “Qui nella regione della neve e dell’assenza di flora, come un
miracolo, una voragine enorme che sembrava essere una valle, si apri’
davanti a noi, e dal fondo rigogliose piante verdi ci sorrisero.” Tra i
miracoli naturali della Camciatca Uzon Caldera è uno dei più
significativi.
Uzon Caldera (questo è il termine per specificare un ribassamento a
forma di anello) si è formata 40 mila anni fa sul lato di un vulcano
enorme che distrutto da una seria di eruzioni dirompenti. L’ ultimo
cataclisma nella Caldera (8.500 anni fa) ha lasciato la sua traccia; un
cratere con il diametro 1 chilometro.
A Uzon nei secoli l’intensa attività idro-termale ha sviluppato vulcani
in miniatura e una natura selvaggia. Essendo parte del Parco Naturale
Kronotsky (il piu’ grande parco naturale della Camciatca), Uzon Caldera
e’ zona protetta. Caldera ha circa 10 chilometri di diametro e al suo
interno troviamo un “museo” completo di tutto di cio’ per cui la
Camciatca è famosa: fonti calde, fiumi freddi, caldere velenose di fango,
laghi cristallini pieni di pesce, tundra con bacche, foreste di betulle,
montagne, paludi, animali e uccelli.
Attrattive di questo tipo spinsero geologi, botanici, geochimici,
microbiologi, zoologi, vulcanologi, idrogeologi, scienziati di varie
specializzazioni a fare il possibile per visitarla. Nelle fonti calde
come in laboratorio si creano dei minerali. Nelle pozze di fango
bollente vivono batteri ed alghe incredibili per i quali la l’acqua
bollente velenosa è il piu’ desiderabile tra gli ambienti. Orsi enormi
camminano nel vapore denso delle fonti calde sulle distese di Uzon.
Cigni si radunano sui laghetti caldi.
Non ci sono altri posti sulla Terra dove la bellezza ed i colori
dell’autunno sono paragonabili alla sua brevita’.
Durante l’autunno Uzon è indimenticabile, la tundra è scarlatta, le
betulle brillano di colore giallo, nuvole di vapore vanno verso il cielo
blu come se fossero fumi di fuochi sacrificali.
Tuttavia con le prime brezze d’autunno le foglie cadono, la tundra
scolorisce e con il gelo solo le caldere di fango continuano a bollire
un impasto pieno di colori.
si trova nel Parco
Naturale Kronotsky ed è un miracolo del mondo, la reliquia naturale più
preziosa che è stata lasciata in eredità all’umanità.
La Valle è stata scoperta non molto tempo fa nell’aprile del 1941 da
un’idrologo del Parco Naturale Kronotsky, Taniana Ustinova, e la guida
Itelmen (una tribù autoctona), Anisifor Krupenin.
Ci sono oltre 20 Geyser nella Valle i cui nomi sono: Velican ( Gigante),
Zhemchuznyi (Perlaceo), Sakharny (Zuccheroso), Troynoy (Triplo), Konus (Cono),
Fontan (Fontana), Maly (Piccolo), Bolshoy (Grande), Shchel (Crepaccio)
etc.
Ci sono Geyser che sgorgano ogni 10-12 minuti come lo Sakharny, o che
eruttano una volta ogni 4-5 ore come ad es. lo Zhemchuznyi. Nuvole di
vapore, fontane d’acqua bollente che si riversano lungo le pendenze,
moltitudini di tipi di erbe e alberi, creano uno spettacolo affascinante.
Chiunque arrivi qui per la prima volta sente una forza ipnotica che fa
girare la testa dalla sorpresa e dal fascino. Ma la Valle non perdona
disattenzioni e raccoglie il tributo annuale di estremità scottate. I
posti più pericolosi della Valle sono coperti con l’erba e perciò
sembrano essere innocui: la tentazione di camminare su un prato cosi
bello colorato è irresistibile. È difficile per una persona sospettare
quanto perfida può essere la Valle e immaginare che sotto la bella
coperta è nascosto il fango bollente e i piedi non trovando il supporto
andranno giù profondi come nel burro.
È pericoloso camminarci scalzi anche se non tutte le scarpe possono
proteggere dalle scottature in quanto la terra paludosa scotta fino a 1
metro di profondità.
L’unica cosa di cui fidarsi è l’assenzio. Questa pianta preferisce le
zone dove il diavolo delle profondità non ha nessun ragione di essere.
Nei posti dove si trova l’assenzio ci si può riposare, sedersi e perfino
sdraiarsi senza pericolo che la terra si apra o che i pantaloni vengano
bruciati dall’acido.
Nei primi anni ‘90 nella Valle è stata costruita un’infrastruttura
turistica profondamente richiesta per ricevere i gruppi di turisti la
maggior parte dei quali arrivano per le escursioni con gli elicotteri.
Non si deve essere specialisti-ecologi per capire che il limite di
resistenza della Valle al carico turistico è molto basso. La Valle dei
Geyser è piccola zona colma di meraviglie, nascosta nella natura nel
profondo delle montagne della Camciatca come se fosse un baule di tesori.
La possibilità di fare
caldi bagni naturali durante tutto l’anno compensa il rigido clima della
Camciatca. I primi immigranti russi conoscevano molto bene le capacità
curative dell’acqua termale. Le loro conoscenze le hanno acquisite
facendo prove su se stessi. I bagni quotidiani, il rilassamento e la
credenza nella forza magica delle acque calde sotterranee dava maggiore
salute alle persone gravemente malate e curava quelli che avevano già
perso le speranze.
Molte fonti calde sono state sviluppate equipaggiandole con casette e
diverse comodità per le visite dei turisti. La maggior parte però si
nasconde ancora alla civilizzazione preservando vivibile la connessione
con la natura selvaggia. Nelle foreste più remote, scorrono fiumi caldi
e ai piedi dei vulcani bollono meravigliose acque mineralizzate. Al
momento non ci sono ancora sentieri che permettano di raggiungerli nella
speranza di garantire anche alle prossime generazioni la salvezza della
fragile ed inimitabile armonia attuale.
Fonti calde di Nalicevo sono i più grandi fonti
termale con acido carbonico della Camciatca, si scaricano nei fiumi
Goriaciaja e Zoltaja con in un’area di più di 2 km quadrati.
A piedi della montagna Kruglaia i depositi delle fonti hanno creato una
pianura, più di 500.000 km quadrati con l cupola, che consiste in
depositi carbonici (la cupola è stata chiamata “bollitore”). Lungo la
pianura sgorgano molte fonti calde della terra e formano ruscelli.
Intorno alla cupola ci sono le paludi termali. Lungo il fiume Goriaciaja
si sono concentrate le vie d’uscita dei torrenti caldi, che sfociano nei
fiumi con l’acqua ghiacciata. Intorno a questi laghi e torrenti crescono
le grandi colonie delle varie piante termofiliche ed acquatiche, che
formano cuscini multicolori e densi. Qui troviamo circa 100 fonti
termali con temperatura da 14 a 75°C. la loro portata e’ di circa 80
l/sec.
Queste fonti termali si trovano in un posto pittoresco a 5 km a Est dal paese Malki, sulla riva sinistra del fiume Cluciovca. La valle del fiume e’ larga ca. 400 mt. ed entrambi lati sono coperti dalla foresta di betulle. Sulla piccola pianura termale, che è coperta da ciottoli, ci sono 6 gruppi di sorgenti nelle quali l’acqua fredda del fiume si mescola con l’acqua termale.
Ogni anno alla meta’ di
giugno comincia l’evento più importante nella vita dei fiumi e laghi
della Camciatca. Milioni di salmoni ubbidendo all’istinto antico tornano
dall’oceano nei fiumi da dove hanno iniziato la loro vita per completare
il ciclo. Cambiano il colore delle squame da argento a rosso e si
affrettano a risalire i fiumi per trovare l’amore e la morte. Non esiste
forza che potrebbe costringerli a rinunciare.
Tutta la energia che il salmone ha accumulato durante la sua intera vita
viene consumata fino alla fine.
I salmoni fecondati, sfiniti, con le schiene coperte di vesciche provano
a resistere alle rapide, ma la corrente li porta via, li butta sulle
rive. Le uova fecondate rimangono sul fondo del fiume al sicuro fino
alla primavera successiva quando gli avannotti di salmone lasciano la
Camciatca e partono per l’oceano fino al momento in cui l’istinto
spietato li costringere a tornare sulle rive natali a scomparire in
favore del rinnovo della vita.
La specialità del salmone a tornare nei fiumi dove e’ nato lo fa
divenire un facile bottino per i bracconieri.
Il mondo dei fiumi della fecondazione è speciale, misterioso e
straordinario, e la sua armonia si può rompere facilmente.I luoghi delle
fecondazioni muoiono dove le foreste vengono abbattute e dove le paludi
vengono prosciugate. Lo sviluppo in Camciatca e’ pericoloso per la
sopravivenza dei salmoni. Un approccio sensibile all’economia può
prevenire i pericoli e rende possibile salvare i salmoni, le “perle”
della Camciatca.
‘’Corjachi’’
I Corjachi sono i piu’ numerosi tra le popolazioni aborigene della parte
Nord della Camciatca, hanno la propria autonomia nella regione che da
loro prende il nome, “Corjachschi Region”. Il nome di questa gente,
secondo Kraschenninikov e Steller, deriva da ‘knora’ – ‘cervi’. Loro
pero’ non si chiamano cosi bensi’ ‘nimilani’ (residenti nel villaggio
stabilito).
Per i Ciavciuveni, un’altra tribù locale, l’allevamento era l’unico
metodo di vita. I cervi danno loro tutto necessario, la carne, i pellami
per i vestiti e per costruire le loro dimore trasportabili (yarangas),
le ossa per fare gli strumenti ed articoli per la casa, grasso per
l’illuminazione delle loro dimore. I cervi erano anche il loro mezzo di
trasporto.
Per i ‘’Nimilians’’ il metodo principale per sopravvivere era la pesca.
In generale pesce è stato pescato nei fiumi con l’aiuto delle lance. Sia
la fabbricazione che l’utilizzo di queste lance durava un anno. Nei
villaggi il secondo metodo per sopravvivere, dopo la pesca, era la
caccia in mare. Era comune uscire in mare su barchette coperte di pelle,
balene e foche sono diventati il bersaglio degli arpioni. La pelle degli
animali marini è stata usata per le barche, sotto gli sci, per le
calzature, borse, sacchi e cinture. Le attività domestiche erano molto
sviluppate, intagliavano il legno ed ossa, tessevano tappeti,
intrecciavano collane.
Molte di queste opere si possono vedere nel museo delle tradizioni
locali. I ‘’Nimilani’’ pescavano, andavano a caccia, raccoglievano
bacche e vivevano in gruppi, durante l’inverno in case seminterrate e
durante l’estate in baracche. I ‘’Ciavciuveni’’ vivevano nei ‘’yaranghi’’
(case tipiche) coperte da pelle, facevano pascolavare i cervi ed
indossavano vestiti di pelle. Andare a caccia e pescare è stato per loro
un’attivita’ secondaria. Il loro mezzo di trasporto erano le slitte
trainate da cani oppure cervi.
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‘’Ciuchci’’
Dal nord i ‘’Ciuchci’’, che significa letteralmente ‘’uomo del cervo (ciauciu)’’,
si sono trasferiti in Camciatca. I ‘’Ciuchci’’ erano allevatori dei
renne come i ‘’Corjachi’’. Se un ‘’Ciuchci’’ era proprietario meno di
100 renne veniva considerato una persona povera. Sfortunatamente la
storia di questi due popoli li ha visti protagonisti di molte guerre a
causa delle loro greggi. I ‘’Ciuchci’’ sono gli aborigeni della
Camciatca e la abitano tuttora. Come i ‘’Corjachi’’ i ‘’Ciuchci’’
vivevano di pesca e caccia agli animali marini e abitavano in villaggi
stabili. I ‘’Ciuchci’’ erano perfetti uomini di mare che operavano
abilmente in acque fredde. Il loro vestiario per la caccia era
costituito da frecce, ramponi, fiocine e archi.
L’armatura per proteggersi era fatta di rami, pelle e zanne di tricheco.
Il mezzo di trasporto principale era il cervo, pero’ come i ‘’Corjachi’’
e gli ‘’Itelmeni’’ usavano anche le slitte con i cani. Sul mare i ‘’Ciuchci’’
si muovevano con kayaks che potevano tenere fino a 20-30 persone. Con il
vento favorevole usavano vele di forma quadrata fatte di pelle
scamosciata di cervi come i ‘’Corjachi’’ – ‘’Nimilani’’ e per un
migliore bilanciamento legavano sui bordi di entrambi i lati stomachi di
foche a forma di calzini riempiti d’aria.
‘’Aleuti’’
Gli ‘’Aleuti’’ sono gli antichi aborigeni delle Isole Aleutine. Il loro
nome aborigeno ‘‘Unangan’’ significa ‘‘residenti marini’’. Anche per
loro le occupazioni tradizionale erano la pesca e la caccia agli animali
marini. Per l’inverno gli ‘’Aleuti’’ raccoglievano e accumulavano uova
dalle colonie di uccelli dalle scogliere. Le abitazioni degli ‘’Aleuti’’
assomigliavano alle case tradizionali seminterrate. Articoli familiari
erano zaini e borsette di erba pieghettata. Per conservare le bacche, il
grasso degli animali etc., usavano stomachi asciutti di foche. Sulla
isola di Bering la slitta con i cani era un mezzo di trasporto molto
popolare. Per spostarsi nelle montagne gli ‘’Aleuti’’ della isola di
Medny usavano sci larghi che per frenare erano ricoperti da pelle di
foche che aiuta a risalire le montagne senza scivolare.
E’ difficile e nello stesso tempo facile rispondere a questa domanda
univocamente. E’ facile perché nel nostro secolo odierno di
globalizzazione la nutrizione si sta’ internazionalizzando. In sostanza
i russi mangiano le stesse cose della maggior parte dei popoli europei.
E’ facile trovare nei menu dei dei ristoranti per esempio di Mosca,
Entrecotes, Linguette, Roastbeefs, Koteletts e tanti altri piatti, i cui
nomi gia’ denotano la provenienza straniera. Nonostante cio’ ogni popolo
aspira a conservare le proprie usanze, tradizioni e cultura nazionale ed
i russi non fanno un’eccezione. Senza questa particolarità non esiste
nessun popolo.
La particolarità dell’arte culinaria russa consiste nel fatto che non si
limita nella combinazione di prodotti per le composizioni dei piatti.
Vengono utilizzati prodotti abituali come ad es. carne, pesce, verdura,
latte etc. Questo da agli chef russi la possibilità creare una enorme
varieta’ di piatti: antipasti freddi e caldi di carne, di verdura, di
pesce, diversi tipi di minestre, secondi piatti di carne, pesce, verdura
con grande varieta’ di contorni, sformati, dolciumi e vari tipi di
bevande. Ognuno di questi cibi viene preparato in una moltitudine di
modi diversi.
Tradizionalmente durante un pasto russo le pietanze vengono servite in
questo ordine: Si inizia con gli antipasti, si prosegue con le zuppe (Schtschi,
Borsh, Rassolnik o altri). Questi pietanze sono considerate primi
piatti. A seguire il piatto principale o secondo piatto: pesce, carne,
verdura. Seguono i dolciumi, Kissel, Kompotte, Gelees. Questo
successione di pietanze è tipico tanto per la vita quotidiana quanto per
i giorni festivi. La differenza consiste solo nella maggiore scelta
delle pietanze e nella loro presentazione.
Di seguito Vi presentiamo una raccolta di ricette particolarmente
caratteristiche della cucina contemporanea russa e che si preparano
spesso anche a casa.
Insalata di cavolo bianco:
la parte bianca di un cavolo, sale, 1 cipolla, 1 mela, 2 dl abbondanti
di maionese, zucchero, prezzemolo
Tagliate il cavolo a metà ed eliminate
il torsolo. Con un coltello lungo e affilato tagliatelo a striscioline
sottili togliendo le costole più dure. Cospargete il cavolo con mezzo
cucchiaino di sale e strofinate le striscioline fra le mani per renderle
morbide.
Tagliate la cipolla a fettine e la mela a fiammifero e unitele al cavolo
e alla maionese. Aggiungete sale e zucchero a piacere e tenete in
fresco. Decorare con prezzemolo o fettine di mela con la buccia rossa
che avrete passato in succo di limone perché non
anneriscano.
Kvas:
In Russia, d'estate il kvas c'è in
quasi tutte le case e piace a grandi e piccini. E' una bevanda molto
dissetante, popolarissima in Russia fin dai tempi più antichi. Ai giorni
nostri spesso si prepara da un concentrato che viene normalmente
acquistato. Si vende già pronto anche in bottiglie o alla spina da
grosse botti autotrasportate.
Se vuoi provare il vero kvas e fare la ostroska russa, prendi del pane o
dei biscotti di segale, del lievito e dello zucchero. Per un litro
d'acqua occorreranno 40-50 grammi di biscotti, 30-40 grammi di zucchero,
2 grammi di lievito. Fai a pezzi i biscotti o il pane bene asciugato nel
forno, mettili in un recipiente e versaci sopra l'acqua bollente,
mescola, copri con un coperchio e tieni in luogo tiepido per una-due
ore, mescolando ogni tanto. Scola il mosto ricavato, aggiungi lo
zucchero, il lievito sciolto in un po' d'acqua fredda, mescola bene e
lascia riposare per 10-12 ore.
Quando il kvas comincerà a schiumare
abbondantemente, filtralo con un panno rado, mettilo in bottiglie di
vetro dove avrai posto alcuni chicchi di uva passa, tappale bene e dopo
averle tenute per due-tre ore a temperatura ambiente, mettile in
frigorifero. Dopo un paio di giorni il kvas è pronto.
Okroshka:
Non c'è niente di più buono nei caldi
giorni estivi dell'okroska col ghiaccio. L'okroska è una minestra estiva.
Se hai il kvas sarà molto semplice prepararla: la precedente ricetta ti
ha indicato il modo di produrre un autentico kvas russo.
Prendi 300 grammi di carne lessata fredda, 250 grammi di cetrioli
freschi sbucciati, due uova sode e trita il tutto (la parola okroska
deriva dal verbo krosit' - tritare). Affetta 100 grammi di cipolline
fresche, cospargi di sale e mettile al fresco fino a che avranno buttato
tutta l'acqua.
Aggiungile a 150 grammi di panna acida,
un po' di senape, zucchero, sale, mescola e aggiungi un litro e mezzo di
kvas, la carne e i cetrioli tritati con le uova (potrai aggiungere anche
del radicchio tagliato a striscioline). Mescola ancora e l'okroska è
pronta. Al momento di servire occorre aggiungere del ghiaccio tritato
nelle singole porzioni e dare un tocco finale con delle cipolline verdi
affettate.
Borsh:
500 g di carne di maiale, 1 cipolla, 200 g di cavolo, 1 cucchiaio di
zucchero, 2 pomodori o 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, 1 dl di
panna acida, 200 g di salsiccia, 300 g di barbabietole, 1 cucchiaio di
aceto, 1 foglia di alloro, sale, pepe, 200 g di prosciutto cotto
Mettete la carne in due litri di acqua
fredda, portate a bollore, schiumate e fate cuocere a fiamma bassa.
Tagliate a fiammifero le barbabietole, tritate la cipolla e fatele
brasare in un'altra pentola con un po' di brodo fino a metà cottura.
Aggiungete il cavolo tagliato a striscioline, l'aceto, lo zucchero e la
foglia di alloro, coprite con il brodo e fate cuocere. Una decina di
minuti prima di togliere dal fuoco, aggiungete i pomodori tagliati a
spicchi, il sale, il pepe, la carne che avrete tagliato a dadini, il
prosciutto cotto sminuzzato e la salsiccia a pezzetti. A piacere potete
far cuocere insieme alla zuppa mezzo chilo di patate tagliate a dadini.
Servite versando nei piatti la panna acida.
Soliianka:
1 grossa cipolla, 2 cucchiai di passata di pomodoro, 2 cetrioli
sott'aceto, 3 pomodori, ½ limone, prezzemolo e aneto tritati, 2 cucchiai
di olio, 600 g di pesce (merluzzo, nasello, salmone), pepe, 1 e ½ 1t di
courtbouillon preparato con 1 cipolla, 1 carota, prezzemolo, 1 porro, 2
foglie di alloro, sale.
Fate appassire nell'olio caldo la
cipolla tritata finemente, poi aggiungere la passata di pomodoro e fate
cuocere per cinque minuti continuando a mescolare. Unite il pesce a
pezzi, i cetrioli a tocchetti dopo averli pelati, i pomodori a pezzi e
il court-bouillon caldo e
fate cuocere per una decina di minuti a fuoco lento. Guarnite con
fettine sottilissime di limone e con prezzemolo e aneto tritati
finemente. La zuppa può essere arricchita aggiungendo, qualche minuto
prima di togliere dal fuoco, olive nere snocciolate,
funchi sott'olio e capperi.
Ucha - zuppa di pesce:
2 cipolle, prezzemolo, sale, 6 grani di pepe, 1 porro, 2 cucchiai di
aneto tritato, 4 fettine di limone, 3 patate, 1 carota, 2 foglie di
alloro, una presa di zafferano, 1 kg di pesce(salmone, merluzzo,
halibut).
In un litro e tre quarti di acqua
salata cuocete per un quarto d'ora circa le patate, la carota, le
cipolle tagliate a pezzetti e il prezzemolo. Le patate devono giungere
solo a meta cottura. Unite le foglie d'alloro, i granelli di pepe
schiacciati (non macinati), lo zafferano e meta del porro a fettine.
Unite il pesce lavato, diliscato e tagliato a pezzi e fate cuocere per
altri otto minuti. Poco prima di togliere dal fuoco cospargete con il
resto del porro a fettine e l'aneto tritato. Coprite e lasciate riposare
una decina di minuti, quindi portate in tavola dopo aver decorato la
zuppa con le fettine di limone.
Salmone al cartoccio:
2 kg di salmone, 4 cucchiai di olio d'oliva, pepe nero macinato, sale, 2
cipolle tritate fini, 100 gr di burro + 100 gr per inburrare i cartocci,
1 cucchiaio di succo di limone, 4 cucchiai di erba cipollina tritata,
250 gr di sardine sott'olio.
Tagliate il pesce in pezzi grandi circa
cinque centimetri e cospargeteli di olio, sale e pepe. Disponete metà
delle cipolle su un grande piatto, mettetevi sopra il salmone in un
unico strato e ricoprite con il resto delle cipolle. Coprite e mettete
in frigorifero per circa quattro ore. Preparate la salsa di sardine:
sgocciolate le sardine, tritatele o riducetele in purea mescolandole al
burro ammorbidito e al succo di limone. Mettetele da parte. Portate il
forno a 230º C. Imburrate dei fogli di alluminio tagliati in misura da
avvolgere ciascuno una fetta di pesce. Togliete delicatamente le cipolle
dalle fette di pesce e ponete ogni fetta su un foglio di alluminio.
Dividete la salsa in otto parti uguali e versatela a cucchiaiate sulle
fette di pesce. Cospargete di erba cipollina. Chiudete i cartocci
lasciando un'apertura per la fuoriuscita del vapore. Fate cuocere 20-25
minuti. Servite con patatine novelle bollite o riso.
Pelmeni:
Italia e' la regina della pasta,
riconosciuta in tutto il mondo. Ma la pasta non manca neanche nella
cucina russa. Basta nominare i PELMENI, uno dei piatti piu' antichi
e amati in Russia e specialmente in Siberia.
I PELMENI sono il piatto forte della cucina russa. Il ripieno puo'
variare dalla farciture di miscela di carni tritati e pesce al semplice
cavolo. Qui sotto troverete la ricetta di pelmeni ai funghi, una vera
gioa di buongustai.
L'impasto: come dei tortellini
Per il ripieno: 250 g di funghi misti, 30 g di cipolla, 1 spicchio
d'aglio, 40 g di prosciutto crudo, 80 g di prosciutto cotto, 2 cucchiai
di burro, 1 mazzetto di prezzemolo tritato fine, sale, pepe nero
macinato fresco, 1 uovo crudo e 1 uovo cotto tritato fine
Preparazione del ripieno: pulire i funghi e tagliarli a dadini. Ridurre
a dadini anche la cipolla, aglio e il prosciutto e farli rosolare.
Incorporare i funghi e cuocere a fuoco lento fino a quando il liquido e'
evaporato quasi completamente. Aggiungere gli aromi tritati. Insaporire
con sale, pepe e noce moscata. Incorporare l'uovo crudo che deve
rapprendersi leggermente e cosi legare il tutto. Unire al composto
l'uovo cotto. Tirare la pasta molto sottile e ricavarne dei dischetti di
4 cm di diametro. Spennelare i bordi con albume.
Immergere i pelmeni pochi alla volta in acqua salata in ebollizione. Non
appena tornano a galla, levarli con una sciumarola. Versarvi sopra il
burro fuso e guarnire con l'erba cipollina.
Sono molto popolari i pelmeni con ripieno di carne di vitello IN BRODO,
serviti con prezzemolo tritato.
Crocchette di pollo po zarski (alla Zar):
90 g di mollica di pane raffermo, 1 dl di panna liquida, 900 g di petti
di pollo disossati, 150 g di burro ammorbidito, 1 tuorlo d'uovo, 1
cucchiaio di vodka, sale, 100 g di pangrattato
Tagliate la mollica in sei pezzi,
immergeteli nella panna liquida per un quarto d'ora poi strizzateli bene.
Macinate i petti di pollo in due volte, la seconda insieme alla mollica.
Aggiungete sessanta grammi di burro ammorbidito, il tuorlo, la vodka e
il sale. Mescolate bene e con le mani inumidite formate dodici
crocchette di forma ovale. Passatele nel pangrattato e appiattitele
leggermente a uno spessore di tre centimetri. Mette tre cucchiai di
burro in una padella grande e fate dorare da entrambe le parti le
crocchette di pollo.
Servitele su un piatto riscaldato.
Manzo all'orciolo :
Se ti capiterà di viaggiare per le
antiche città russe vedrai che nella maggioranza di esse vi sono
ristoranti e caffetterie dove si servono gli antichi piatti russi. I
turisti arrivati fin qui ammirano non soltanto le bellezze
dell'architettura, le cattedrali e i monasteri, ma i piatti locali,
preparati secondo le antiche ricette: per esempio il «borsc dei boiari»,
il «pollo alla preobraszenskij, bliny «dopo il carnevale viene la
quaresima», e molti altre specialità.In queste città si possono trovare
diversi piatti di carne stufata in piccoli orcioli di terracotta da una
porzione. Si chiamano «carne alla Novgorod», talvolta «carne nel kvas» o
«carne del monastero» o
semplicemente «carne all'orciolo». La carne cotta nell'orciolo è un
piatto molto antico, ma rimane tuttora molto popolare. In molte famiglie
c'è un servizio di orcioli di terracotta.
Per preparare questo piatto taglia a pezzi non troppo grandi mezzo chilo
di carne di manzo, salali e falli soffriggere fino a quando avranno
preso un colore dorato. Affetta 500-600 grammi di patate, funghi freschi
(porcini o champignon) a piacere, carota, cipolla e prezzemolo.
Soffriggi le patate, le verdure e i funghi e suddividili, insieme alla
carne, in quattro orcioli. Aggiungi pepe nero in grani, un mazzetto di
prezzemolo tritato e porta in tavola direttamente negli orcioli.
Vi sono anche varianti a questa pietanza. Per esempio, si può stufare la
carne col kvas. In questo caso occorre versare sulla carne soffritta 300
grammi di kvas, aggiungere alle verdure dei cetrioli affettati e stufare.
Il kvas conferisce alla carne un gusto particolarmente delicato. Si può
anche fare lo stufato con la smetana (la panna acida). Batti la carne,
salatela, passala nella farina e
soffriggila leggermente.
Aggiungi 200 grammi di panna acida e metti il tutto negli orcioli a
stufare. Prepara le porzioni nei piatti e al sugo rimasto aggiungi succo
di limone, sale, pepe rosso macinato, mezzo bicchiere di vino rosso e
versa questa salsa sulla carne. Servi con patate e fagioli lessati.
Bliny:
In Russia fin dai tempi più antichi si
festeggia il carnevale. Il carnevale russo è un'eredità pagana. In
principio si trattava di feste in onore del dio delle messi, che
segnavano l'inizio della primavera e dei lavori primaverili nei campi.
Queste festa, legata al culto della natura e alla venerazione dei padri,
terminava con cerimonie rituali (l'incendio di un pupazzo di paglia
rappresentante l'inverno, fuochi, deposizione sulle tombe di cibi
rituali ecc.) e con banchetti il cui piatto principale erano i bliny. Si
facevano con una pastella liquida,
rotondi e gialli come il sole. In seguito la chiesa ortodossa incluse il
carnevale nelle proprie feste e si cominciò a festeggiarlo per una
settimana (la settimana grassa) prima del digiuno quaresimale. Ogni
giorno di queste settimana aveva «programmi» particolari: lunedì gli
incontri, martedì i giochi, mercoledì le ghiottonerie, giovedì le
baldorie, venerdì i divertimenti serali, sabato la veglia, domenica gli
adii. La vigilia del carnevale era dedicata alla memoria dei genitori
defunti. Inoltre il carnevale era la festa d'inizio di una vita nuova,
la festa degli sposi. Il periodo dal 6 gennaio fino al carnevale in
Russia era dedicato ai matrimoni. Nel XV secolo i mesi di gennaio e
febbraio si chiamavano addirittura "le nozze".
Le feste di carnevale nel passato erano accompagnate da diversi giochi:
tenzone a pugni, lotta, corse in troika. Il popolo lo chiamava "il
grande carnevale di baldoria e di mangiate". Il carnevale ha perduto da
tempo il suo significato rituale ed è rimasto solo simbolo della fine
dell'inverno e dell'incontro con la primavera, ma i bliny in questo
periodo si possono come prima gustare in ogni casa.
Sono talmente popolari che si preparano non solo nei giorni di festa ma
anche negli altri giorni. In molte città l'insegna «Blinnaja»
indica speciali caffè dove si servono i bliny. I bliny si possono fare
con farina di frumento, di avena, di grano saraceno.
Scalda 200 grammi di latte o acqua, nei quali sciogli 20 grammi di
lievito; aggiungi 250 grammi di farina formando una pastella densa.
Quando, dopo due o tre ore, sarà lievitata aggiungici 40 grammi di burro
fuso, un cucchiaino di sale, un cucchiaio di zucchero, un uovo, 250
grammi di farina e mescola bene. Allunga con 600 grammi di latte tiepido
e rimetti a lievitare. Quando il preparato sarà ben gonfio rimescola la
pastella e lasciala nuovamente lievitare, poi inizia a friggere i bliny.
Scalda una padella piccola ma con un lungo manico, ungila con olio o
burro, versa un po' di pastella, stendila scuotendo la padella e friggi
il primo lato. Quando questo lato sarà cotto, volta il blin e friggilo
dall'altra parte. Vedrai che non è molto facile. Succede spesso che il
primo blin riesca spesso malfatto, ma non ti preoccupare, c'è un
proverbio russo anche per questo, che assicura: «Il primo blin viene
sempre un mucchio». A cominciare dal secondo o dal terzo i bliny
risulteranno sottili e dorati come si conviene.
Con che cosa si mangiano? Con caviale
rosso e nero, pesce salato, salmone, aringhe. Una variante sono i bliny
con la panna acida o col burro fuso.
Molti li preferiscono dolci: in questo caso si servono con diverse
marmellate e con il tè.
Le frittelle
(vivande di forma solitamente tonda
fritte, possono essere sia dolci che salate):
Preparazione: è necessario friggere una pastella semiliquida in olio
bollente o strutto, finché assume un bel colore dorato; quindi occorre
posare le frittelle su un piatto di portata e spolverarle con abbondante
zucchero a velo.
Note a tutti, le frittelle sono
particolarmente apprezzate dai bambini piccoli, che le trovano gustose e
irresistibili. A piacere, è possibile aggiungere ingredienti ulteriori
per dare luogo a frittelle di riso, frittelle di mele, eccetera.